Omaggio a Josef Koudelka


Josef Koudelka, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, 
 ha detto:  Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco”.

Koudelka ha ragione e in questo senso rischiamo tutti di essere, o di diventare, ciechi. Ma spostarsi, viaggiare non è solo un fatto fisico, è anche mentale e si può concretizzare in una condizione di maggiore attenzione e di "diverso sguardo" per ciò che ci circonda. Alcuni grandi fotografi, maestri del vedere, ci hanno aiutato a comprendere meglio il mondo più lontano, a farne tesoro per gli occhi, la mente, il cuore. Altri artisti insegnano che anche nel quotidiano si possono scoprire nuove ricchezze o imprevisti abissi di alienazione e solitudine, qualcosa di inconsueto e significante allo stesso tempo. Ciò che fa la differenza, è proprio quello sguardo "diversamente o ulteriormente motivato" che permette di percepire oltre e altro, rispetto ad una più comune lettura della realtà.


 Omaggio a J. Koudelka Demolizione del cantiere Rondolini al porto di Pesaro , gennaio 2018-  Acquachiara

Ora vengo alla mia piccola esperienza: nella strada tra i due porti di Pesaro, la mia città,  è in atto la demolizione del cantiere Rondolini, chiuso nel 1990, per una serie di motivi e vicissitudini è rimasto inattivo fino a poco tempo fa. Questo luogo della storia portuale pesarese sta affrontando le fasi di un nuovo corso. Dalla strada vedo cumuli di terra e detriti portati dal lavoro delle ruspe, i fili di ferro frammisti ai calcinacci, il cielo minaccioso. Scatto questa foto provando una sottile, inerme inquietudine. Come quella di chi sa che è finito un tempo. Poi il vuoto verrà riempito, speriamo in meglio. 
Per la similitudine con il filo spinato e il cielo tempestoso, l' immagine che ne è uscita mi ha fatto ricordare una foto scattata da J. Koudelka nel 2010 a Gerusalemme e pubblicata nel volume WALL. Anche li, ben più significativamente, la sensazione suscitata è di desolazione e malinconia per un paesaggio cambiato (in quel caso dalla guerra tra Israele e la Palestina).

JOSEF KOUDELKA - Nato nel 1938 a Boskovice,  nella Repubblica Ceca, nel 1967 decide di rinunciare alla carriera di ingegnere per dedicarsi completamente alla fotografia. E' stato il fotografo della fine della Primavera di Praga, consegnando a quel mondo occidentale che ancora simpatizzava per la rivoluzione russa un brusco risveglio dalle illusioni, ha documentando la violenza e la sopraffazione che animano qualsiasi dittatura. Di lui si dice che sia uno spirito libero e in continua evoluzione, cosi come la sua fotografia. Ed è vero. Di recente è uscito nelle sale cinematogfrafiche il film "Koudelka fotografa la Terra Santa" (regia di Gilad Baram, 2017).

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